Parte dalla Sicilia il 13 ottobre la nuova mobilitazione degli allevatori

Parte dalla Sicilia il 13 ottobre la nuova fase di mobilitazione interregionale degli allevatori
per chiedere al Governo di dare seguito agli impegni della politica, nominando il Commissario Nazionale

Martedi 17 a Roma con i Parlamentari per avviare la petizione

Dal pomeriggio del 17 si avviano le mobilitazioni in Campania e Sicilia per poi proseguire nelle altre regioni

Dopo essere intervenuto con un commento (vedi l’articolo su Altragricoltura ) alle provocatorie e strumentali dichiarazioni di componenti della Giunta Regionale della Campania e in particolare del Vicepresidente Fulvio Bonavitacola che nei giorni scorsi aveva cercato di “inquinare” l’importante gesto politico di 11 parlamentari di maggioranza e opposizione sottoscrittori di una missiva al Governo con cui lo si sollecita ad intervenire, come indicato nei giorni scorsi, il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino e la Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento e il cibo di territorio, annunciano l’avvio delle attività della nuova fase di mobilitazione che si avvia con un primo atto il giorno 13 ottobre in Sicilia con una Conferenza Stampa presso il Comune di Cesarò in Provincia di Messina.

In Sicilia si era tenuta nel mese di aprile scorso una importante e affollata assemblea di allevatori in cui ha preso avvio la Rete Salviamo l’Allevamento Siciliano che è stata parte integrante degli atti di costituzione sia della Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento di Territorio sia del Forum per il Piano Partecipato.

Alla Conferenza stampa parteciperà, fra gli altri, una delegazione di Allevatori siciliani, il Sindaco di Cesarò Avv. Katya Ceraldi, il sindaco di San Teodoro Salvatore Agliozzo, e Gianni Fabbris portavoce della Rete Salviamo l’Allevamento e del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino.

Durante la Conferenza stampa verranno sottolineate le ragioni delle richieste degli allevatori meridionali, illustrata la piattaforma rivendicativa della mobilitazione interregionale e la petizione nazionale che chiede al Presidente del Consiglio Meloni ed al Ministro Schillaci, di dare seguito con urgenza agli impegni già assunti dalla politica con l’ordine del giorno approvato da tutto il Senato a Febbraio e con la richiesta avanzata da più parti e condivisa in maniera trasversale da diverse forze politiche di maggioranza e opposizione di nomina di un Commissario Nazionale con la delega di intervenire in tutte le Regioni dove dopo due decenni di spreco di risorse ancora non si risolvono i problemi dalla BRC e della TBC negli allevamenti.

Si legge nell’invito alla stampa: “Negli ultimi venti anni in tutta Italia si sono aperti 11.734 focolai di Brucellosi. Di questi il 94,57% sono concentrati fra Sicilia (61,47%), Campania (18,34%), Calabria (9.05%) e Puglia (5,71%) con le Regioni limitrofe (Basilicata, Molise, Abruzzo e Lazio) che registrano insieme il 4,89%. Una catastrofe, una vergogna per tutto il Paese che si ritrova ad avere le ultime aree contagiate in Europa.A questo va aggiunto il dato più impressionante: su 11.734 focolai aperti solo nell’1,44% è stato in realtà isolato il batterio della BRC; dato, questo, in linea con quelli acquisiti dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere a seguito di una denuncia di Altragricoltura che ha certificato come alle analisi post mortem solo nell’1,4% degli animali macellati per BRC (ma poi avviati regolarmente al mercato con grande vantaggio della speculazione industriale) è risultato positivo alla malattia. Cosa vuol dire? Che la BRC e la TBC non esistono? No. Purtroppo esistono. Vuol dire, piuttosto, che la mattanza di animali non è finalizzata a risolvere i problemi ma a tenere in piedi un sistema che sta alimentandosi di finanziamenti pubblici garantendo carriere dirigenziali, rendite speculative a molti privati senza scrupoli senza che si risolvano i problemi. Anzi, come abbiamo più volte denunciato, i problemi non si debbono risolvere per il principio per cui “fin che ci sono BRC e TBC c’è Business”. Un sistema che da decenni non ha mai reso conto dei suoi fallimenti (La BRC e la TBC si estendono invece che risolversi) e per cui gli allevatori e la società, ormai, reclamano trasparenza e chiarezza e le soluzioni.”

Non è un caso, dunque, se le iniziative (che si estenderanno a tutte le Regioni coinvolte) partono dalla Sicilia dove negli ultimi venti anni (con un Piano di eradicazione praticamente inesistente) si continuano ad abbattere animali compromettendo la tenuta economica e sociale degli allevamenti, mentre si registra la più alta percentuale di focolai di BRC: il 61,74% di tutta Italia.

Durante la Conferenza stampa verrà fissato l’appuntamento Siciliano che, in contemporanea con quello della Campania, a partire dal 17 ottobre segnerà l’avvio della mobilitazione per la nomina del Commissario Interregionale e verrà dato conto di un appello rivolto al Presidente della Regione Sicilia ed un altro agli eletti in Parlamento perchè si uniscano ai loro colleghi delle altre regioni per sostenere le ragioni del Cambiamento, della Trasparenza offrendo alle comunità rurali gli strumenti per riprogettare un futuro degno negato da decenni anche per colpa di piani di gestione delle zoonosi fallimentari.

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